ArtStyle Review: Glasstress with Karen LaMonte, Ai Weiwei
2) Ai Weiwei. Blossom Chandelier, 2017. Glass. Courtesy Ai Weiwei Studio. And Berengo Studio. Photo Credit Francesco Allegretto.
3) Ai Weiwei. Up Yours, 2017. Glass. Cm. 47 X 72 X 28. Courtesy Ai Weiwei Studio. And Berengo Studio. Photo Credit Francesco Allegretto.
4) Tony Cragg. Untitled, 2016. Glass. Cm. 100 X 40 X 17. Courtesy The Artist. And Berengo Studio. Photo Credit Francesco Allegretto
5) Ai Weiwei And Blossom. Chandelier At Berengo Studio 1989.. Murano, Venice, 2017.. Photo Credits Karolina Sobel.
6) Vik Muniz. Individuals, 2017. Glass, From 107 To 170 Cm Each. (Height), From 30 To 50 Cm Each. (Diameter). Courtesy The Artist. And Berengo Studio. Photo Credit Francesco Allegretto
WHY GLASSTRESS?
By Adriano Berengo
ArtStyle Magazine. Winter-Spring 2018, pp 88-90. View original as PDF.
Spesso mi è stato chiesto perché io abbia creato Glasstress, cosa mi abbia spinto ad intraprendere l’arduo compito di organizzare una mostra di arte contemporanea in vetro nel contesto della Biennale d’Arte di Venezia.
La risposta è forse da ricercarsi nelle mie radici veneziane e nella mia carriera nel vetro. Alcuni potrebbero ricordare il revival vissuto dal vetro nel anni ’50, quando importanti artisti approcciarono questo materiale. In Italia, questa opportunità è stata resa possibile dal lavoro di Egidio Costantini che, con l’aiuto della grande Peggy Guggenheim, ha rotto le barriere che limitavano il vetro a un banale ruolo decorativo.
Negli ultimi 30 anni ho cercato di proseguire la strada indicata da Peggy Guggenheim, collaborando con artisti emergenti e rinomati da tutto il mondo.
Dall’inizio degli anni ’90 a oggi, ho invitato più di 300 artisti provenienti da diverse discipline a collaborare con i nostri maestri. È stata l’unione tra il loro approccio concettualealla materia e l’abilità pratica degli artigiani del vetro della Berengo Studio che ci ha consentito di creare delle vere e proprie opere d’arte. Di conseguenza volevo mostrare queste impressionanti opere al mondo intero.
Palazzo Franchetti, lo storico palazzo ottocentesco su Canal Grande, ha dato l’impulso al primo Glasstress,e da allora ne è stato la sua sede ufficiale. Dal 2009 abbiamo allestito una mostra nel suo magni co piano nobile, con l’opportunità di riportare il vetro alla Biennale, nella città del vetro, dove mancava da quasi 40 anni. E così è nato Glasstress. Assieme ai co-curatori Laura Mattioli Rossi e Rosa Barovier Mentasti, abbiamo preso in prestito straordinarie opere da collezioni private e museali per dare una prospettiva storica dell’arte in vetro dell’ultimo secolo. Glasstress nel 2009 si è presentato come uno “shock of recognition” per il mondo dell’arte, avendo spostato l’attenzione dal materiale alle idee espresse attraverso quest’ultimo.
Il vetro faceva così il suo ingresso trionfale nel mondo dell’arte. E si sono aperte le danze.
Nella biennale successiva, Glasstress 2011 ha la collaborazione di un team di rinomati curatori: Lidewij Edelkoort, Peter Noever e Demetrio Paparoni, con la consulenza di Bonnie Clearwater.
Tra le tante opere esposte, Glasstress 2011 ha realizzato anche e soprattutto l’ormai famosa Carroña di Javier Pérez, ora entrata nella collezione permanente del Corning Museum of Glass di New York.
Nel 2013 Glasstress White Light/ White Heat, è stata una collaborazione con il London College of Fashion e la The Wallace Collection di Londra. Il 2015, Glasstress Gotika, ha visto nascere una nuova importante partnership con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo. Il curatore Dr. Dimitri Ozerkov ha affiancato alle nuove opere in vetro con tema il Gotico, pezzi storici provenienti dalla collezione di vetri e reliquie medievali dell’Ermitage. Wael Shawky, artista egiziano e vincitore del primo Premio Mario Merz, ha realizzato 350 marionette in vetro, esposte successivamente al MoMA PS1 di New York. Glasstress è diventato molto più di una mostra: un movimento culturale nel mondo del vetro.
Il recente GLASSTRESS 2017 ha voluto concentrarsi sullo “stato dell’arte”, analizzando lo sviluppo delvetro come mezzo per le espressioni artistiche contemporanee, l’influenza avuta su alcuni artisti e come questi abbiano cambiato la percezione di un materiale così antico e prezioso. Glasstress è al tempo stesso un punto di arrivo e di partenza, in quanto è in grado di dimostrare che il vetro è un valido mezzo per l’espressione artistica contemporanea, abbracciando un pubblico sempre crescente di vecchi e nuovi appassionati.
Molti degli artisti che hanno esposto con noi in questi anni, hannopoi portato questa “esperienza Glasstress” nelle loro successive realizzazioni.Quindi, perché Glasstress? Perché Glasstress dimostra come le idee artistiche contemporanee possano avere un posto a anco della tradizione vetraria.
Perché Glasstress fornisce un nuovo approccio ad artisti, curatori e critici facendoli “pensare in vetro”, non vedendolo come un limite ma come un sorprendente nuovo materiale. Perché Glasstress offre agli artisti infinite possibilità di sperimentazione.
Perché Glasstress fornisce ai maestri vetrai nuove vie di sperimentazione delle loro abilità in questa nuova era del vetro.
Perché Glasstress è il mio tributo e ringraziamento all’isola di Murano e alla città di Venezia.In ne, perché Glasstress dà a tutti noi “vetrai” possibilità di scrivere nuovi capitoli nella storia, sia del vetro che dell’arte.
- Adriano Berengo
I have often been asked why I started Glasstress, and what compelled me to take on the monumental task of organizing a contemporary art and glass exhibition at the Venice Art Biennale.
The answer may lie in my Venetian heritage and my career in glass. Some may recall the glass revival in the 1950s, when important artists were able to approach this material. In Italy, this opportunity was made possible thanks to Egidio Costantini who, with the collaboration of the great Peggy Guggenheim, broke the barriers that had limited glass to its traditional decorative role.
Over the past thirty years, I have followed in Peggy Guggenheim’s footsteps and collaborated with acclaimed artists from all over the world.
From the 1990s to today, I have invited over 300 artists from around the world and from every discipline to collaborate with our maestros. It was the combination of their conceptual exhibition-it is a cultural movement in the world of glass.GLASSTRESS 2017 focused on “the state of arts,” concerning the development of glass as a medium for contemporary art expression-how it has influenced some of the contemporary artists and how they changed the world perception of such an old and precious material.
Glasstress is both a point of arrival and departure, as it is able to demonstrate that glass is in fact a valid artistic medium and embraces a growing audience of new and old enthusiasts.
Many of the artists who have exhibi- ted over the years have brought this “Glasstress legacy” into their own exhibitions.
So, the question remains: Why Glasstress?
Because Glasstress shows that contemporary ideas have a place alongside the traditions of glassmaking.
Because Glasstress provides a new approach that makes artists, curators, and critics “think” in glass.
Because Glasstress offers artists limitless possibilities for experimentation with an exciting new medium.
Because Glasstress gives glassmasters a new potential and way to use their skills in this new era of glass.
Because Glasstress is my tribute and thank you to the island of Murano and the city of Venice.
Finally, because Glasstress gives us all in the glass world the chance to write new chapters in the histories of both glass and art.
- Adriano Berengo